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domenica 4 marzo 2012

Notiziario

Rinvio di almeno due settimane per il lancio dell’ATV-3 Edoardo Amaldi che doveva avvenire il 9 marzo.
I tecnici dovranno rimuovere il fairing, aprire il portello anteriore dell’ATV e entrare per stringere due delle cinghie che assicurano il carico alle pareti della capsula. Secondo Massimo Cislaghi, mission manager di questo lancio, sarà un’operazione complessa, ma dovrebbe completarsi in tempo utile per eseguire il lancio il 23 marzo, sfruttando quindi la finestra con la Stazione che si chiude a fine mese.

Rinvio anche per il lancio del satellite Sirius FM6 che doveva avvenire il 5 marzo con un vettore Proton. Il problema che ha fatto optare per questo scrub si è verificato sul satellite SES 4 lanciato lo scorso 14 febbraio. Secondo l’agenzia Interfax, il SES 4 ha avuto problemi al dispiegamento dei pannelli solari che si sono aperti solo al secondo comando inviato da Terra e dato che questi due satelliti sono stati costruiti dalla stessa azienda, la Space Systems/Loral di Palo Alto in California, per evitare eventuali guai al Sirius, si preferisce verificare se dovessero esserci dei problemi al sistema di apertura.
Il Sirius FM6 sarà un satellite che entrerà nel sistema di distribuzione di contenuti radio su una platea di oltre 20 milioni di abbonati. Purtroppo il ritardo sarà di diversi mesi.

Un test di caricamento di oltre 280'000 litri di propellenti criogenici: a questo è servito il trasporto in rampa per il prossimo Falcon 9 che partirà per l’orbita con la prima versione test che raggiungerà la ISS. Il razzo è già stato riportato nell’hangar della SpaceX in attesa del lancio che avverrà a fine aprile.

Definitivamente approvata l’estensione dal 2015 al 2020 della vita utile della Stazione Spaziale Internazionale. A questo scopo verranno eseguiti tutti i test e le verifiche necessarie alle varie componenti e ai sistemi di bordo per ottenere questo risultato, considerando anche un eventuale ulteriore estensione fino al 2028. Dal canto loro i Russi sono già all’opera con le loro certificazioni: ad esempio il modulo Zarya, il primo portato in orbita all’inizio dell’assemblaggio della ISS, è già certificato per una vita utile che arriva almeno fino al 2030.
Se da una parte la dismissione dello Space Shuttle ha alleggerito le strutture della Stazione dello stress di sopportarne le 100 tonnellate ad ogni missione (ricordo che la parte strutturale della ISS è pensata per una vita massima possibile di 60 anni), dall’altra rappresenterà il problema dell’approvvigionamento dei pezzi di ricambio. La scorta attualmente presente a bordo permetterà probabilmente di arrivare indenni al 2015 e con qualche aiuto caricato nei cargo tradizionali, si arriverà facilmente al 2020, ma in seguito la situazione diventerà decisamente più critica, obbligando a veri e propri lanci specifici per il trasporto delle parti che potrebbero guastarsi.

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