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giovedì 30 giugno 2011

Quaranta anni fa

Anniversario triste il 30 giugno: nel 1971, un guasto ad una valvola di decompressione della Soyuz 11 uccideva i tre componenti dell’equipaggio, Georgij Timofeevič Dobrovolskij (comandante, al suo primo volo), Viktor Ivanovič Pacaev (ingegnere di bordo, al suo primo volo) e Vladislav Nikolaevič Volkov (ingegnere collaudatore, al suo secondo volo).
Si tratta della seconda tragedia spaziale russa, dopo la morte di Komarov sulla Soyuz 1 avvenuta quattro anni prima, e rappresenta l’unico caso in cui degli esseri umani sono morti nello spazio e non nell’atmosfera terrestre.

Il logo della missione.
La disgrazia è avvenuta dopo il distacco dalla prima stazione spaziale, la Saljut 1 e al termine della missione di 22 giorni trascorsi in orbita terrestre stabilendo il record di permanenza. Poco dopo aver mollato gli ormeggi, una valvola di compensazione della pressione che serve a uguagliare la pressione interna della Soyuz con quella esterna poco prima dell’uscita degli astronauti, si è inspiegabilmente attivata quando fuori la pressione era ancora zero, causando la morte dell’equipaggio per asfissia.

Il rientro è poi avvenuto regolarmente, ma le squadre di soccorso a Terra hanno soltanto potuto constatare la morte dei cosmonauti.
In seguito a questo tragico incidente, la capsula Soyuz è stata completamente riprogettata e resa più sicura.

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