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lunedì 10 agosto 2009

Augustine Commission in dirittura d’arrivo.

Siamo alla stretta finale per il “Review of United States Human Space Flight Plans Committee”, meglio conosciuto come Augustine Commission, che dovrà decidere del futuro Americano nei voli spaziali abitati.
Le speculazioni si sprecano ed a fronte di una miriade di possibili scenari, pare che il programma Constellation sia destinato a grosse modifiche; addirittura c’è chi parla di cancellazione…

Il programma Constellation, nato sull’onda emozionale del disastro del Columbia, è spesso stato criticato per il suo limitato contenuto innovativo e le difficili possibili espansioni. All’epoca si cercava esclusivamente la sicurezza dell’equipaggio, sfruttando una configurazione estremamente conservativa con un processo di sviluppo altrettanto ‘blindato’.
Durante gli studi successivi sono però sorte molte difficoltà legate alla scelta del tipo di vettori, giungendo alla configurazione attuale che è decisamente più limitata nelle prestazioni di quello che era previsto.
Oltretutto anche i tempi di sviluppo stanno levitando continuamente, arrivando a prevedere un primo lancio Ares/Orion abitato per il 2017.

Su proposta del Presidente Americano Obama, è appunto nata la Augustine Commission che prende il nome da Norman Augustine e che deve tirare le fila dei vari scenari e indirizzare gli USA verso un un comune ed ottimale obbiettivo spaziale che comprenda le applicazioni militari, commerciali, scientifiche e di sicurezza nazionale.

Le varie opzioni vedono un primo grande spartiacque.
Partendo dal budget di 80 miliardi di dollari per i prossimi 10 anni si deve fare subito una scelta, vale a dire proseguire con il programma Constellation chiudendo con lo Shuttle entro il 2010 e con la ISS entro il 2015, sperando così di riuscire entro il 2015 (ma come già accennato pare che sarà il 2017) ad avviare operativamente il nuovo programma.
Purtroppo questo porterebbe la perdita per gli USA della egemonia spaziale, dovendo delegare alla Russia anche i semplici cambi di equipaggio sulla Stazione Spaziale, cedendogliela definitivamente nel 2015. Sarebbero da 5 a 7 anni di assenza americana nello spazio e per molti statunitensi non è una bella situazione.
Il primo pensiero è di prolungare il programma Shuttle (almeno fino al 2014 come propone Sally Ride, prima donna astronauta americana e membro della commissione) ma questo, consumando fondi, comporterebbe ulteriori ritardi a Constellation.
Si pensa quindi ad alternative che però minerebbero ulteriormente i progetti NASA causando la cancellazione di Ares V, il lanciatore pesante che deve accompagnare Ares I nella nuova conquista lunare. La proposta di John Shannon manager dello Space Shuttle Program (SSP) è di recuperare il vecchio progetto Shuttle-C nel SD-HLLV (Shuttle Derived Heavy Lift Launch Vehicle), che vedeva una configurazione di lancio composta da il serbatoio con i booster attuali, a cui veniva agganciato un ‘pezzo di Shuttle’ senza profili aerodinamici, cabina equipaggio e tutta la parte di avionica necessaria per il sostentamento vitale. Ne deriva un lanciatore in grado di portare in orbita 80 tonnellate di carico utile o addirittura 54 tonnellate in TLI (trans lunar injection) verso la Luna.
Sarebbe una soluzione fenomenale che sfruttando buona parte della tecnologia esistente (se il progetto fosse partito nel 2004 senza voler a tutti i costi cancellare lo Shuttle sarebbe già operativo) promette ottimi tempi di sviluppo e buoni risparmi iniziali. Per esempio, mantenendo il pensionamento della flotta Shuttle nei confronti della capsula Orion, potrebbero essere sfruttati anche gli attuali motori delle navette (gli SSME) di cui esiste una certa scorta, mentre ne verrebbero studiati altri ‘usa e getta’.

Altre opzioni per prendere il posto di Ares I sono rappresentate dal settore privato (il Dragon di SpaceX e il Cygnus di Orbital) e dai lanciatori esistenti, come Delta IV e Atlas V che dovrebbero però essere modificati per diventare utilizzabili con equipaggio umano.
Inutile puntualizzare che il passaggio al SD-HLLV salverebbe anche la partecipazione americana sulla ISS almeno fino al 2020, con la possibilità di una ulteriore estensione con l’installazione di nuovi moduli.

Anche tutta la catena di produzione dei vari componenti Shuttle è attualmente in fase di smantellamento, anche se non in modo distruttivo: questo significa che in qualsiasi momento è ancora possibile, con un costo relativamente contenuto, riprendere queste linee nei vari stabilimenti, personale altamente specializzato compreso.
Ovviamente prima si fa un eventuale riavvio e meglio è. Del resto siamo ormai alla stretta finale con la Augustine Commission e sapremo quindi il da farsi.

Mercoledì prossimo, 12 agosto 2009, a partire dalle 19 CEST, verranno presentati i risultati finali della commissione e si aprirà il sipario sul futuro dell’esplorazione spaziale prossima ventura.

Nell’immagine la simulazione di un lancio Shuttle derived HLV (Heavy Launch Vehicle).
Fonte: NASA.

6 commenti:

Jack Ryan ha detto...

Secondo te quale sarebbe la soluzione migliore per salvare il programma spaziale americano?

Luigi Morielli ha detto...

Bella domanda...

Sicuramente HLV per il trasporto di carichi pesanti, mentre per il settore abitato io resto dell'idea che un corpo portante o alato, tipo Kliper o Hermes sia la soluzione più versatile.

Le capsule sono troppo piccole e non possono essere utilizzate in missioni a lunga durata.

Bisognerebbe mantenere in funzione lo Shuttle con voli limitati (uno o due all'anno) e studiare un veicolo veramente nuovo in grado di aprire definitivamente l'esplorazione al di fuori dell'orbita terrestre, cosa che con una capsula è improponibile...

Jack Ryan ha detto...

Grazie per la risposta.
Comunque lo sviluppo di constellation secondo me è stato un grave errore da parte della nasa.
Sono d'accordo riguardo al non pensionamento degli shuttle, e credo che sia proprio da li che dovrebbe partire lo sviluppo di una nave nuova, facendo tesoro delle esperienze imparate invece di tornare a 40 anni indietro.
In ogni caso sono in un bel casino

Anonimo ha detto...

La verità è che alla NASA sono davvero a corto di idee.
Questa volta per davvero e già comincia a rivelarsi un bel guaio per il programma spaziale americano.
Sano cavoli amari!
Altro che Luna e Marte!

Anonimo ha detto...

ragazzi date un occhiata qui:
http://www.youtube.com/watch?v=xOnlAUpYWoc

(in hd è spettacolare)

Luca

Luigi Morielli ha detto...

Rovistando sul Tubo si trovano molte animazioni e online ci sono anche delle previsioni di possibili missioni su Marte, composte da 4 lanci Jupiter automatici per le infrastrutture e i veicoli di ritorno e, due anni dopo, ulteriori 3 lanci per il veicolo di andata con gli astronauti. Il tutto basato su 2 rendezvous in orbita terrestre e 2 in orbita marziana.

Non ho ancora trovato un'ipotesi 'alla Von Braun', cioè con la partenza da una stazione spaziale orbitale terrestre.

Vediamo mercoledì cosa ci attende: un nuovo programma più semplice, affidabile e veloce da sviluppare potrebbe veramente aprire la strada a chissà quali nuove missioni!