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domenica 29 giugno 2008

Phoenix – Sol 33.

Il suolo marziano finora analizzato da Phoenix ha caratteristiche tali da poter supportare la vita vegetale. Servirebbero solo le condizioni ambientali giuste.
“In pratica abbiamo trovato quello che appare la base nutriente per supportare la vita” ha detto Samuel Kournaves, responsabile del Wet Chemistry Laboratory presso la Tufts University “L’esperimento in cui abbiamo aggiunto acqua per creare il fango marziano, ha evidenziato la presenza di magnesio, sodio, potassio e cloruri in un campione proveniente da un paio di centimetri dalla superficie.”
Le basilari forme di vita animale necessitano anche di elementi organici come carbonio, azoto e ossigeno, mentre i vegetali necessitano di diversi altri minerali.
“Il WCL ha trovato un livello di pH compreso fra 8 e 9 comparabile con quello del mare o del bicarbonato di sodio” Ha aggiunto Kournaves “E il suolo alcalino è ospitale verso molti organismi sul nostro pianeta. Se lo avessimo qui potremmo coltivarci tranquillamente dato che non ci sono sostanze tossiche.”
Con l’aggiunta di alcuni elementi fondamentali organici, come quelli che si trovano sulla Terra, molte forme di vita potrebbero prosperare sul terreno marziano.
“Se ci fossimo trovati davanti ad un terreno come l’acido solforico o come la candeggina, avremmo dovuto pensare a organismi molto particolari” ha continuato Kournaves “Ma questo significa che gli organismi che cerchiamo sono molto più convenzionali. Su quel terreno crescerebbero bene gli asparagi, ma non le fragole. I terreni alcalini sono favorevoli ad asparagi, fagioli verdi e rape, mentre le bacche preferiscono terreni più aciduli.”
“La ragione per cui abbiamo eseguito questo esperimento non è stato esclusivamente per capire se possono crescere vegetali, anche se è parte di esso” Ha aggiunto Michael Hecht del Jet Propulsion Laboratory “Ma la curiosità è di capire se dei microorganismi potrebbero sopravvivere in quel suolo. Ed in effetti i microbi potrebbero restare in vita al disotto della superficie marziana dove sarebbero protetti dalle radiazioni ultraviolette.”
Anche i risultati provenienti dal forno del TEGA non sono così sorprendenti, soprattutto l’assenza di acqua. Il campione infatti è rimasto molto tempo, quasi 4 Sol, esposto all’atmosfera marziana e quindi il ghiaccio eventualmente presente ha avuto tutto il tempo di sublimare. Nonostante questo erano presenti tracce di vapor acqueo e anidride carbonica. È ormai chiaro che questo terreno ha interagito con l’acqua liquida nel passato.
La missione Phoenix ha ormai raggiunto i 33 Sol (35 giorni terrestri) ed ha superato un terzo della durata prevista. La missione da 457 milioni di dollari ha già inviato a Terra una quantità di dati tale da poter già essere considerata un successo.

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