Time machine.

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domenica 15 giugno 2008

Phoenix – Sol 19.

Nessuna novità di rilievo per il Sol odierno e allora raccolgo un po’ di notizie che Phoenix ci invia attraverso Twitter, il servizio di messaggistica istantanea a cui mi sono iscritto anch’io, ma che non ho ancora utilizzato molto. È un servizio curioso, simpatico e questo in particolare per Phoenix è pensato come se la sonda parlasse e rispondesse in prima persona. Sono già oltre 20'000 le persone che seguono il lander che racconta quello che succede su Marte. Il 7 giugno per esempio, scriveva: “Stasera guardate la Luna Crescente. Quella stellina rossastra che si vede vicino non è una stella, ma è Marte. Lì ci sono io che vi saluto! :)”

Le analisi eseguite nel TEGA, composto dalla serie di 8 fornetti che cuociono i campioni, durano circa 5 giorni. Di solito al quarto si possono avere dei dati preliminari, ma non sono affidabili.
Uno dei motivi per cui il terreno non è sceso subito nel forno 4 del TEGA, ma ha richiesto 7 scuotimenti, potrebbe essere la presenza di ghiaccio che teneva agglomerati i granelli di terreno. Una volta sublimato il ghiaccio il campione si è sfaldato. Gli sportelli del TEGA non vengono richiusi durante l’analisi, anche perché non è previsto che tutto quello che viene vuotato sopra i setacci entri e che quindi si sgombri l’accesso per la richiusura. Comunque l’analisi avviene nella parte più profonda dello strumento. Ogni forno può essere usato una volta sola: non c’è possibilità di svuotarlo.
Attualmente il team che segue la sonda sul pianeta deve adattarsi al giorno marziano che al momento inizia verso le 4 del mattino della Costa Ovest americana. Il Sol marziano dura circa 24 ore e mezza, quindi si ha uno sfasamento continuo fra i giorni e i Sol. In pratica ogni 49 giorni sono 48 Sol.
Il canale dati che raggiunge la Terra attraverso Odyssey e MRO è di 128 kbit/s e ogni giorno vengono scambiati circa 120 Mbit di dati.
La missione ha una vita prevista di 90 Sol (92 giorni) e dopo quel termine il freddo sarà tale e la luce sarà così scarsa da obbligare gli strumenti di bordo a spegnersi per entrare in un periodo di ibernazione. La produzione attuale di elettricità è di 240 Wh al giorno. Non ci sono possibili alternative allo spegnimento. L’unica speranza è che funzioni la modalità operativa “Lazzaro”, che consiste nel mantenere attivo un piccolo elaboratore che possa permettere a Phoenix, qualora si risvegliasse dopo il lungo inverno, di inviare un segnale di presenza in vita. Dopo la rinascita come fenice, non sarebbe male se rinascesse anche come Lazzaro…

In foto gli strati chiari che spiccano negli scavi eseguiti.

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